
I blog si stanno riempendo di pagine sulla donna, in occasione dell’otto marzo. Io fatico un po’ a pensare di scrivere qualcosa in difesa dei diritti negati o sulla violenza. Fatico da donna italiana, fatico cioè pensando a come siamo noi qua, in casa nostra. E fatico perché non mi sento di attribuire solo agli uomini (italici) la colpa di non averci capite, accolte, accompagnate nella crescita.
Farei meno fatica invece a parlare delle figlie (e delle loro madri) italiche contemporanee, che ancora sognano di trovare un buon partito innanzitutto, per sentirsi sistemate, a posto. Oppure a parlare della ingannevole libertà sessuale che apparentemente ci basta per definirci libere, anche se non si capisce bene libere da cosa. Vorrei parlare anche del ricatto che ancora quotidianamente esercitiamo come Grandi Madri sugli uomini, che in fondo giustamente continuano ad essere appesi al mito del Grande Capezzolo, visto che glielo porgiamo continuamente.
Ecco, vorrei parlare delle nostre responsabilità, dei nostri comportamenti ambigui non meno di quelli dei maschi, dei nostri desideri profondi e di quanto questi incidono troppo sul cammino della vera affermazione dei nostri diritti. Certo siamo pronte tutte (tutte?) a mobilitarci se ci toccano la 194, se dobbiamo fare casino alla manifestazione per la violenza sulle donne. Ma dove stanno, dove li vedete, la volontà quotidiana e l’impegno morale e civile per diventare persone uguali sul luogo di lavoro e nelle responsabilità istituzionali? Abbiamo imparato, per esempio, ad educare figlie e figli ad una vera equiparazione dei ruoli, al rispetto della donna in quanto persona pensante, al rispetto della sua fragilità fisica? Abbiamo davvero fatto qualcosa di significativo per liberarci del vecchio stereotipo di stampo maschilista che ci vede più mamme che compagne. più femmine che persone? A me pare proprio di no
A me, scusate, pare solo che ci sia più figa per tutti.
E di questo i maschi sono solo in parte responsabili. Forse è venuto il momento di fare davvero un po' di autocritica?
12 commenti:
ho pensato la stessa cose del tuo incipit.
Condivido quanto affermi nel tuo post. E' vero che a volte siete voi donne a non volervi aiutare, ma questo riguarda soprattutto alcuni aspetti del quotidiano sia pure importanti.
Poi c'è tutto il resto e su quello colpa onestamente non ne avete.
Ciao Mariad
Daniele
Bellissimo post, condivisibile in pieno.
Il mio pensiero oggi, in questa giornata, non va alle donne italiche, come le descrivi e definisci bene tu, ma a tutte quelle che, nel mondo, vengono vessate, umiliate, discriminate e straziate. Ce ne sono ancora moltissime.
Le mimose, per me, sai dove se le possono ficcare, donne e uomini?
Vedo che hai capito :-)
Buona giornata.
Anna
Sono d'accordo con te...Molto d'accordo, Costanza
Basta davvero con la retorica e i luoghi comuni. Io incontro tutti i giorni donne che si adeguano agli schemi, che fanno di tutto per soddisfare prima gli uomini senza pensare alla propria dignità, come madri che non edcuano le figlie o i figli a difendere la propria dignità. Bello davvero, e grazie. Abbiamo bisogno di parole vere, Giulia
Bello, veramente bello ciò che hai scritto. Comunque penso che se la mentalità della gente non è ancora cambiata di molto, la colpa non sia tanto nella mancata educazione. L'educazione c'è stata, almeno da trenta anni a questa parte, solo che la mentalità cambia molto lentamente. E così è sempre stato. È da "poco" che la dona ha, e da poco che si parla della sua uguaglianza con l'uomo. La società cambia. Solo che è lenta.
amici grz della vostra visita. Il mio è stato uno sfogo, noi donne non ci guardiamo mai negli occhi e non ci mettiamo mai davvero a nudo.
I diritti se si vogliono bisogna conquistarseli diventando parte attiva, non si può sempre aspettarsi tutto dagli altri. Ci vogliono prese di posizione vere, che partono dalla quotidianetà e arrivano alle istituzioni. Dai programmi scolastici alle leggi in Parlamento.
isola08 benvenuta. Bello il tuo post. La storiella però in realtà non piace nemmeno a me. In fondo ripropone una visione romantica e retorica della donna che racchiude in sè solo positività. Che alla luce dei fatti però non porta da nessuna parte...
ebalsemin benvenuto anche a te.
Certo non siamo all'anno zero, ci mancherebbe, ma siamo ancora molto arretrate, e lo dimostra la cronaca e l'attualità di tutti i giorni
Non credo ci sia festa più confusa di questa. Insomma, cosa ricordiamo? Commemoriamo le donne morte sul lavoro? Quelle morte per aborto? Quelle uccise dall'uomo che diceva di amarle? Quelle violentate, umiliate, emarginate? Festeggiamo in allegria la libertà di una sera, infilando una banconota nello slip di un giovincello, bevendo un bicchiere in più? Accettiamo il rametto di mimose della cassiera del supermarket? Lasciamo che il nostro compagno cucini per noi e che dimentichi di rifovernare? Mah, forse facciamo questo e altro, in balìa del ricordo e dell'illusione, della rabbia e della frustrazione, di un cuore stanco ma ancora palpitante, sotto una scorza di ragione e disincanto. Da parte mia ho aperto un certo libro contabile e l'ho subito richiuso. Perchè 'sti bilanci, gira che ti rigira, mi vengono sempre in rosso.
bacio
bacio anche a te
:)
Hai ragione da vendere. Pensavo a queste stesse cose mentre cercavo di tirare fuori un post per l'occasione senza riuscirci. Poi, ho deciso di desistere...
a me è vemuto così vita, infatti.
Non sono riuscita a scrivere altro.
Condivido a pieno tutto quello che dici e sopratutto il fatto che ci sia figa x tutti... peccato ma questo è da far capire a certe donne che prendono le vie più brevi x arrivare in alto,senza invece tirare fuori le unghie e iniziare a graffiare lasciando un segno x far capire a certi uomini che la donna ha anche testa non solo figa.Mi auguro che le vie più semplici non piacciano a tante xchè senò x noi nulla cambierà mai e se cambierà sarà grazie a poche e a quelle che combattono x farsi valere.ciao un bacio
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