domenica 23 settembre 2007

Sul monte Faito


è stato ritrovato il corpo del turista canadese Murray Klein, in vacanza a Vico Equense e dato per disperso da qualche giorno.
A parte che sono dispiaciuta per quanto capitato al povero turista, mi sono rammaricata molto del fatto che da un po' il territorio di Faito, bellissimo e maestoso, sia luogo di tragedie che ne offuscano le infinite meraviglie.
Già la scomparsa della piccola Angela Celentano aveva messo il Faito sulla scena nazionale in maniera tristissima. Poi un grande incendio devastò una notevole parte del magnifico bosco sul lato nord. Infine questa ulteriore tragedia viene a completare il quadro di disgrazie che ruotano intorno a questa montagna bella e sfortunata oltre che ad allungare l'elenco di quelli che perdono la vita durante escursioni di vario genere.
Mi spiace molto perchè qualche tentativo interessante di rilanciare il Faito c'è stato, come ad esempio l'ultima rassegna di musica e tammorra organizzata nella prima settimana di settembre. Lo scenario valorizzato al massimo nel percorso notturno allestito dall'architetto Antonio Irlando, mi sembravano restituire dignità a una zona troppo dimenticata dal turismo di qualità, pur avendone tutti i requisiti. I bellissimi quadri naturali illuminati in maniera discreta, in quella occasione avevano ridato fascino a una zona ultimamente molto trascurata dal punto di vista ambientale, tanto da rasentare il degrado. Inoltre la manifestazione aveva richiamato molte persone senza cadere nella solita retorica del caciocavallo doc e ha dimostrato che Faito può essere territorio di eventi di interesse culturale oltre che turistico.
Spero proprio che questa ulteriore tragedia non incupisca di nuovo l'atmosfera. Sarebbe un peccato se Faito fosse ancora abbandonato a sè stesso come è accaduto negli ultimi anni, meta solo di pochi appassionati e di numerosi escursionisti fin troppo maldestri.
L'ultimo proprio ieri, questa volta vivo per miracolo...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Da bambino ho sempre avuto paura del Monte Faito. Mio nonno paterno che era di Massaquano, mi raccontava storie di briganti e di una enorne serpe che viveva in una grotta e che nottetempo oltre a fare strage di capre e pecore- divorava pure gli uomini. Quando capitava di andare per qualche scampagnata con papà, mamma e i miei fratelli, io non mi staccavo da mia madre perchè avevo paura di perdermi ed incontrare la serpe gigantesca. Non so se sia vera l'etimologia, ma una volta il Faito era conosciuto pure come Mons Janus - il Monte di Giano - la divinità bifronte, da cui poi, forse, Moiano, o anche come mons januario:il monte delle janare, donne streghe che rapivano i bambini, da cui nascerebbe pure il rivo anaro, cioè il rivo delle janare.Io non credo che le dicerie e le leggende siano tutte infondate. A me personalmente il Faito non piace, mi mette tristezza e inoltre, sul versante di castellammare è il luogo dove si nascondono molti camorristi.

mariad ha detto...

non sei il solo abitante di Vico ad essere intimorito dalla nostra montagna. Probabilmente tutte queste leggende di cui parli hanno influito. Io che non sono vicana invece ci salgo a cuor leggero e sono innammorata di Faito. La credenza sulle janare è divertente, ma io credo che dipenda dalle abitanti di moiano, ancora oggi donne insopportabili, cafone e molto misere culturalmente parlando (salvando la pace di poche naturalmente), e credo che esse assomiglino davvero alle streghe boschive di cui parli :) Nel tempo ne ho assunta qlcna come donna delle pulizie a casa mia, ma ho dovuto costatare che nn era cosa: furbe e malandrine, senza rispetto nè per gli impegni presi nè per le persone.
Il problema è però che in realtà Faito è un posto bellissimo, come pochi in Italia, e che la sua ingiustificata fama di montagna maledetta è solo alimentata da dicerie e superstizioni. Le cose che vi succedono solo frutto dell'imbecillità umana. E i camorristi questo cercano, un posto poco frequentato dove è molto facile nacondersi.