è un film bellissimo che colpisce come un pugno nello stomaco. Racconta delle vicissitudini di un padre a cui hanno ammazzato il figlio appena rientrato dall'Iraq. Nella ricerca degli assassini questo signore, magistralmente interpretato da Tommy Lee Jones, scopre aspetti della personalità del figlio che mai avrebbe sospettato. Il mistero della morte del ragazzo via via si dipana mentre vengono alla luce tutti gli aspetti più inquietanti dell'esperienza militare americana in Iraq. La cosa che maggiormente colpisce è che gli splendidi ragazzoni impegnati al fronte, cresciuti a forza di barbecu e coca cola in rispettabilissime famiglie che hanno saputo inculcare il sano amor di patria, diventano freddi e lucidi torturatori di gente inerme, di bambini, di uomini feriti a morte. La loro crudelta vola al di sopra della loro coscienza, ma li segna in modo indelebile fino al limite della follia, li caccia in una strada senza uscita. Tanto che il giovane militare viene orribilmente massacrato per mano dei suoi stessi commilitoni per futili motivi sul suolo amricano, vittima di quella crudeltà inutile di cui tante volte si era macchiato egli stesso in terra nemica. E i suoi assassini confesseranno come se si trattasse di un'inevitabile marachella.
Ma dietro all'apparente indifferenza si cela un universo di angoscia che alcuni nn reggono, preferendo il suicidio alla tortura del ricordo.
Questo è tra i primi film che raccontano la guerra in Irak, la racconta in modo singolare, senza andare sui campi di battaglia, nel modo in cui la stiamo vivendo noi questa guerra, cioè attraverso immagini sfocate e confuse che arrivano a spezzoni e che spesso guardiamo tutti distrattamente alla tv. immagini che non danno subito l'idea del terribile massacro che sta avvenendo: solo se siamo costretti a guardarle meglio scopriamo che celano tutta la barbarie della guerra.
Che qui da noi è entrata un po' nel dimenticatoio, diventando materia di formale informazione "dall'estero", quasi che non ci appartenesse, soprattutto in questo clima di shopping natalizio...
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3 commenti:
Pensavo giusti di andarlo a vedere, ora me lo impongo! A presto, duccio
http://ducciop.blog.kataweb.it/
l'avevo inserito tra i film da vedere, ma dopo aver letto la tua recensione andrò di corsa. ben tornata.
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giovedì 13 dicembre 2007
Proposte di lettura e non solo
In questi giorni purtroppo non abbiamo molto tempo da dedicare al blog. Per non farvi sentire completamente abbandonati vi proponiamo alcuni link che riteniamo interessanti.
Per chi conosce l'inglese risulterà molto interessante leggere queste quattro pagine che il New York Times ha dedicato all'Italia ed al suo stato politico e sociale odierno. Agghiacciante.
Rimanendo in casa nostra, da non perdere sono le ultime azioni di protesta civile portate avanti da Piero Ricca che viene portato in questura solo perché si permette di rovinare la festa degli impellicciati invitati alla celebrazione del centenario della Mondadori. Molto democratico vedere censurato e tradotto in questura un cittadino solo perché esercita il diritto di esprimere il proprio penserio cercando di ricordare ai cittadini milanesi che la Mondadori è stata acquisita grazie ad un'accertata opera di corruzione di giudici. Da vedere e diffondere.
Infine segnaliamo gli ultimi articoli del sito http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/, illuminanti come sempre.
Se anche voi avete proposte di lettura che ritenete interessanti indicatele nello spazio dei commenti. Potrebbe essere una bella tradizione da inaugurare in questo spazio. Quando gli autori non hanno tempo il blog lo fate voi. Approfittate!
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giovedì 6 dicembre 2007
Blogger mostruosi
Mastella non è l'unico uomo pubblico che ha avuto l'ardire di aprire un blog. Ultimamente altre stelle del panorama politico italiano rifulgono di splendore in rete.
Stiamo parlando di:
Gianfranco Micchicè
(indirizzo blog: http://www.gianfrancomicciche.net/)
Carlo Giovanardi
(indirizzo sito ufficiale: http://www.carlogiovanardi.it/)
Vittorio Craxi detto Bobo
(indirizzo blog: http://www.bobocraxi.it/)
Purtroppo ci siamo accorti che questi diari online ricevono poche visite e pochi commenti. Ci piacerebbe tanto contribuire a dare loro più visibilità. Che ne dite di lasciare voi un attestato di stima nei confronti di questi gentiluomini, magari citandoci per fargli sapere quanto gli vogliamo bene? Siamo sicuri di fare loro una gradita sorpresa. Ci aiutate?
Ok, ma prima di scrivere ai nostri eroi aspettate un momento e date un'occhiata qui sotto, magari solo per rinfrescarvi la memoria ed ispirarvi per scrivere ai nostri amici.
Miccichè, attuale Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, oltre ad essere famoso per avere perennemente stampata sulla faccia un'espressione da pitbull rognoso ed uno sguardo che sembra dire: "ma che cazzo guardi? Stammi lontano o ti sfascio!", ce lo ricordiamo per le sue note vicende legate ad una polverina bianca che ultimamente va per la maggiore. Per carità, lui non è uno spacciatore, lui è (o era, forse ha smesso) un semplice "assuntore di cocaina", per usare le sue parole. Non a caso quando ricopriva l'incarica di Viceministro delle finanze si faceva mandare il pusher direttamente al suo ufficio del ministero (leggete qui).
Per non parlare poi delle sue felicissime uscite riguardo il nome dell'aeroporto di Palermo, il Falcone-Borsellino: parole memorabili ! Ce ne fosse di gente in gamba come lui!
Passiamo ora a Carlo Giovanardi detto il Barbagianni a causa delle considerevoli dimensioni del suol gozzo ed alla tipica espressione da morto di sonno che ne caratterizza la figura. Il buon Carlo in questi giorni è indeciso, non sa se ricollocare il suo regale deretano nel nuovo partito del Silvio o se rimanere a rompere le scatole a Pierferdy. Chissà che fine farà il nostro caro dipendente. Oops, è vero, Carletto non ama essere definito dipendente perchè lui sostiene di dover rispondere solo ai suoi elettori. C’è voluto un comico per spiegargli che la Costituzione dice un’altra cosa al riguardo. Avrà capito? Chiedeteglielo voi direttamente scrivendo al suo sito. A noi non ha risposto ma magari con i nostri amici lettori il Barbagianni si dimostrerà più disponibile. Per comunicare con lui cliccate qui.
Last but not least: Bobo Craxi. Bobo ha un soprannome simpatico, peccato che non abbia niente in comune con il personaggio di Staino, se non il fatto di essere una caricatura umana. Il primogenito di Bettino non si è ancora distinto particolarmente per azioni degne di nota. Praticamente è un ectoplasma. Però evitate di fare debiti con lui. Su queste cose non è molto affidabile. Guardare per credere.
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martedì 4 dicembre 2007
L'imborghesito
Il ragazzo si è perso per strada. Decisamente.
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lunedì 3 dicembre 2007
C'è posta per te
Un'altra lettera su Mastella, questa volta scritta da Antonio Tabucchi.
"Manco dall’Italia da alcuni mesi ma la seguo attraverso la sua stampa. Ma anche così, seppure lontani, e se come risulta all’osservatorio Europeo la stampa italiana viene dopo quella delle Filippine, qualcosa si riesce a capire, specie se non si salta la puntata precedente. Oggi, 17 novembre, allorché scrivo questo mio intervento, Mario Pirani, su “Repubblica” (Quei veleni che possono soffocare la democrazia) ci comunica i suoi timori che sono anche i nostri, cioè che ‹‹un veleno insidioso sta infettando le fibre del nostro paese››.
Pirani si accorge del ‹‹sorgere della destra››, che ‹‹ci si può impunemente pulire il sedere con il tricolore›› e dell’‹‹ingiurioso federalismo d’accatto››. Lì per lì ho pensato che questo succedesse ora, durante la mia assenza, e ho provato quasi un senso di colpa per non essere presente e non aver fatto sentire la mia preoccupazione con parole così forti come quelle di Pirani. Poi, nonostante i fusi orari, mi sono ricordato che allorché il ministro Bossi, che il Presidente della Repubblica Ciampi non ha mai rifiutato come invece fece Scalfaro con Previti, diceva queste cose del tricolore, Ciampi a sua volta affermava: ‹‹l’Italia non è mai stata così unita››. E questo mi pare succedesse tre o quattro anni fa.
Ho seguitato a leggere l’allarmato articolo di Pirani sui venti di eversione che confluendo da destra e da sinistra, soprattutto nel mondo giovanile, possono devastare l’Italia. Ho avuto come un nuovo déjà vu. Ma qualcuno lo aveva già scritto anni fa, e chi lo scriveva allora veniva bollato come una Cassandra. Forse che stanno apparendo nuove Cassandre col senno del poi? E mi è venuta in mente un’estate di qualche anno fa, la città di Genova, e un qualcosa che si chiamava G8. E un momento delicatissimo della democrazia italiana in cui le garanzie costituzionali vennero sospese per ventiquattr’ore consentendo alla polizia e a chi la manovrava di commettere barbarie che furono definite “cilene”. Ma ricordo anche che in quel delicatissimo momento il presidente della Repubblica Ciampi apparve in televisione a fianco del presidente del Consiglio Berlusconi. Non era mai successo, neppure ai tempi della Democrazia Cristiana, che il rappresentante dello Stato si presentasse accanto a un presidente del Consiglio legittimando in tal modo l’inquietante operato di un governo.
E poi ho pensato anche che se un parlamento oggi nega un’inchiesta sulle gravissime violenze commesse dalle Forze dell’Ordine, ciò che allora sembrò cileno diventa argentino, dove nessuno è colpevole, e Pirani ha tutte le ragioni ad esprimere la sua preoccupazione per i giovani che manifestano un’inquietudine che nessuno raccoglie. Infine Pirani lamenta che oggi si possa ‹‹calunniare impunemente la magistratura››. Poiché ormai avevo collocato Pirani nel fuso orario di qualche anno fa ho pensato che esprimesse il suo sdegno per le parole di Berlusconi sui magistrati, definiti “toghe rosse” e “creature antropologicamente diverse”, e che manifestasse il suo appoggio a Borrelli, a D’Ambrosio, a Caselli, alla Bocassini o a Gherardo Colombo. Ma no: tutto questo appartiene a un film già visto, è roba da ieri, e i giornalisti, come sappiamo, lavorano sull’attualità. Così ho pensato che Pirani, pur non nominandolo, si riferisse all’aggressione subita dal giudice De Magistris da parte dell’attuale ministro della Giustizia Clemente Mastella, e ne ho concluso che Pirani con il suo articolo che parla in generale e che riguarda il nostro passato e il nostro presente, tocca davvero il cuore della questione. Perché il presente dell’Italia sembra appartenere al passato, e temo anche al futuro. Come diceva Carlo Levi, ‹‹il futuro ha un cuore antico››. Per questo, e non solo per questo, desidero esprimere il mio sostegno al giudice De Magistris e a un’istituzione dello Stato senza la quale la democrazia non esiste: la Giustizia e l’amministrazione di essa.
Ciò che accade al giudice De Magistris mi pare esemplare, è un esempio clamoroso della strutturale disfunzione della democrazia italiana: la prepotenza di un’istituzione dello Stato, il potere esecutivo, su un’altra istituzione dello Stato, la magistratura. Se la prima preoccupazione di Mussolini fu quella di sottomettere direttamente la magistratura alle sue direttive, con la Repubblica la situazione è cambiata formalmente, da un punto di vista costituzionale, ma il potere politico non ha mancato di esercitare indebite pressioni e prevaricazioni sul potere giudiziario. E allorché la magistratura, con un lavoro di enorme pazienza diplomatica, è riuscita ad acquistare una sua indipendenza, allorché è riuscita a incriminare ministri e parlamentari per concussione, per corruzione, per mafia, la classe politica italiana, dopo un primo shock è ritornata all’assalto con rinnovato vigore. Sono fatti recenti, appartengono al periodo di quegli interventi della magistratura che la stampa definì “Mani Pulite”. Le Mani Sporche non si sono fatte attendere. L’avversione che la classe politica italiana ha saputo suscitare contro la magistratura ha dell’incredibile, non mi riferisco soltanto alle affermazioni e alle operazioni di Berlusconi e della sua avvocatura; pensate soltanto alle disapprovazioni, ai discrediti gettati da certi uomini politici della sinistra nei salotti televisivi nostrani: con l’atteggiamento della destra erano davvero porta a porta, stavano sullo stesso ballatoio.
E pensate infine al ministro Castelli, alle sue parole e alla sua cultura giuridica: ho letto da qualche parte che sul suo ramo del Lago di Como è proprietario di una fabbrichetta, e non stento a crederlo. Ciò che è successo e succede al giudice De Magistris (intimidazioni, perquisizioni, sequestro di documenti, avocazioni, ecc.) lo conoscete meglio di me: io ero lontano, ma voi avete visto tutte le puntate precedenti. Questa storia, vi chiedo, è così diversa da quella che hanno conosciuto certi magistrati allorché il ministro della Giustizia era il proprietario di una fabbrichetta? Non so se dalle sue parti anche l’attuale ministro della Giustizia possegga qualche fabbrichetta: non conosco sufficientemente la sua biografia. Però lui conosce probabilmente la mia e anche la vostra: nei ministeri italiani hanno molte informazioni su di noi, e se non gliele avessero fornite Pio Pompa e i nostri trasparenti servizi segreti, ci ha pensato la Telecom di Tronchetti Provera.
Scusate se salto da ministro a ministro, è che questi ministri a volte mi confondono, come quando vado a vedere una commedia di Goldoni e il personaggio cambia da un atto all’altro, e uno si chiede: ma è lo stesso personaggio? La maschera della commedia dell’arte impedisce di riconoscere il volto.
In questa giornata in cui la società civile (persone che non sono apolitiche o contro la politica come vorrebbero i mass-media, ma che pensano che la politica senza l’etica è una truffa, come ci hanno insegnato Aristotele e Kant), molti di voi, probabilmente, saranno impegnati a guardare il curriculum del giudice per sostenerne le capacità, l’irreprensibilità, la sua dedizione alla Costituzione. Dal mio mestiere di scrittore vi propongo un gioco del rovescio, tenendo in mente due libri che amo in maniera particolare: Todo modo di Leonardo Sciascia e Il giudice e il suo boia di Friedrich Dürrenmatt.
Non è il curriculum di De Magistris che oggi dovete guardare, è quello del ministro Clemente Mastella. Perché se pensate che un uomo politico come Mastella possa essere oggi plausibilmente ministro della Giustizia, il vostro pur generoso appoggio al giudice De Magistris perde di senso. Così come se pensavate allora che Umberto Bossi potesse essere plausibilmente accettato come ministro dal presidente della Repubblica allorché diceva la sua bella frase sul tricolore, il vostro appoggio alla Costituzione italiana non aveva nessun senso.
Stavo dicendo sopra che la vostra presenza qui, oggi, se vuole avere come obiettivo il fatto che il giudice De Magistris continui le sue inchieste e resti al suo posto come succederebbe in un Paese civile, il vostro obiettivo deve essere non tanto chiedere che egli continui il suo lavoro, ma che il ministro Mastella cambi il suo. In un Paese democratico ai cittadini è consentito chiederlo, con un fax o una mail educati ma fermi a Giorgio Napolitano e a Romano Prodi. Migliaia di fax e di mail: chiediamo che il ministro Mastella torni a fare il lavoro che faceva prima. Se questo succederà avrete fatto il vostro dovere verso la democrazia e la Costituzione italiana."
Antonio Tabucchi
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venerdì 30 novembre 2007
De gustibus...
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giovedì 29 novembre 2007
il paese dell'assurdo
Non c'è niente da fare, siamo anomali, strani, anomali, incomprensibili, indecifrabili: siamo gli Italiani ovvero gli abitanti del paese dell'assurdo.
Assurdo che in questo paese a decidere del nostro futuro siano dei ragazzini con la bocca ancora sporca di latte quali Andreotti (classe 1919), Cossiga (classe 1928), Dini (classe 1931), Napolitano (classe 1925) e mi fermo qui perché la lista sarebbe troppo lunga.
Assurdo che in questo paese un tizio possa continuare a possedere una casa editrice importantissima e prestigiosa dopo che la Giustizia ha provato e stabilito che la compravendita della stessa sia avvenuta tramite corruzione di giudici.
Assurdo che in questo paese lo stesso tizio possa disfare in un giorno il partito che comanda come un foglio di carta appallottolato, riprendere il foglio stropicciato, riaprirlo, stenderlo sul tavolo e dire che non era vero.
Assurdo che in questo paese di nuovo questo tizio, che in teoria dovrebbe essere il leader del maggior partito moderato, si allei con la destra estrema cercando di isolare la destra moderata.
Assurdo che D'Alema e Fassino siano ancora degli uomini pubblici dopo quello che abbiamo letto nelle intercettazioni riguardanti il caso Unipol.
Assurdo Bertinotti che, da campione della democrazia quale dichiara di essere, sostenga di non essere d'accordo nel pubblicare all'interno del sito della Camera le votazioni espresse da ogni singolo deputato.
Assurdo vedere Fini che dice di avere le mani libere su televisioni e giustizia quando ha sempre votato senza fiatare, difendendole a spada tratta, le leggi vergogna e quando l'ultima legge sull'assetto generale delle telecomunicazioni è stata scritta dal suo braccio destro.
Assurdo che il leader di un partito cattolico sia divorziato, plurisposato, padre di figlie generata da diverse donne e che ci venga a fare la morale sulla famiglia tradizionale.
Assurdo vedere lo stesso leader di prima difendere gente che puzza di mafia a distanza di chilometri.
Assurdo quello che stanno facendo a De Magistris ed alla Forleo. Da voltastomaco!
Assurdo il sistema dei media di questo paese.
Dulcis in fundo: assurdo che Mastella, dopo l'ennesima vergognosa castroneria realizzata facendo rinviare una fiction sulla mafia, abbia finalmente fatto una cosa giusta mandando i suoi ispettori a rompere le scatole ad un criminale vero e non ad un magistrato che indaga su di lui.
Certo che in questo paese ci si incazza come buoi muschiati ma almeno non ci si annoia...
to be continued...
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domenica 25 novembre 2007
Senza parole
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venerdì 23 novembre 2007
Prendi su e porta a casa
Salvatore Borsellino è fratello di Paolo Borsellino. Salvatore Borsellino non è proprio uno che si possa definire un fan sfegatato di Mastella, basta leggere le lettere che puntualmente manda a Beppe Grillo. Mastella, conscio di ciò, ha tentato l'azzardo di bofonchiare una risposta, ricavandone solamente, come ormai puntualmente gli accade, una sonora lezione di stile ed una clamorosa figura di m...
MASTELLA A FRATELLO BORSELLINO: HO VOLUTO IO PENSIONE PER FAMIGLIA
(Adnkronos) - "Dopo anni di inadempienze ho fatto concedere io la pensione alla famiglia Borsellino. Gli ricordo che, come vede, non disprezzo le persone per bene che hanno portato avanti un'idea di giustizia nell'ingiustizia". Lo ha dichiarato il ministro della Giustizia Clemente Mastella nel corso della conferenza stampa presso la sede dell'Udeur rivolgendosi al fratello del giudice Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia. Il fratello di Borsellino era presente ieri sera alla trasmissione di Michele Santoro 'Anno Zero'.
La risposta di Salvatore Borsellino:
"Voglio far notare in primo luogo al Ministro Mastella che non mi risulta di avergli mai contestato di disprezzare 'le persone per bene che hanno portato avanti un'azione di giustizia nell'ingiustizia' e se pensa che esista una ragione per la quale avrei dovuto farlo. In secondo luogo gli ricordo che, non essendo il sottoscritto né coniuge né figlio di Paolo Borsellino, ma bensì fratello, non può spettarmi alcuna pensione vitalizia e che questa viene in ogni caso assegnata dallo Stato e non 'concessa' dal ministro. In terzo luogo gli faccio sapere che il sottoscritto si è rifiutato di presentare la domanda di erogazione, da parte anche in questo caso dello Stato e non del ministro, della "provisionale", prevista dalla legge, che può essere richiesta dai familiari delle vittime di mafia che si costitiuiscano parte civile nel realtivo processo. Il sottoscritto ritiene infatti che compito precipuo delle Stato doverebbe essere, prima che l'erogazione di anticipo su un impossibile 'risarcimento', il rendere giustizia alle vittime della mafia".
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mercoledì 21 novembre 2007
Mastella non ha casa ad Hammamet
"Non farò la fine di Craxi!". Questa frase è stata una delle ultime boutade di Mastella che spesso accompagnano il suo costante piagnisteo, il suo patetico vittimismo. Ma su questo, per una volta, ha ragione. Il Clem non può terminare la propria carriera politica come Bettino. Vi ricordate? Craxi si è dato latitante rifugiandosi nella sua lussuosissima villa di Hammamet in riva al mare trascorrendovi gli ultimi anni della propria vita. Ripeto: latitante, non esule. Che Stefania Craxi si metta l'anima in pace, sostenere che suo padre sia morto come Garibaldi rappresenta un'autentica forzatura ed aberrazione storiografica. Ma noi lo sappiamo, il Ceppalonico ha un altro destino. Lui ha imparato la lezione. Non corre rischi. Clemente si è parato il sederino alla grande. Ha eliminato il problema alla radice sfruttando la propria posizione di potere per togliere la terra sotto ai piedi al magistrato che stava indagando su di lui. Un magistrato che di cose da dire ne ha tante. Ascoltiamolo.
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lunedì 19 novembre 2007
The Ceppaloni University
No, stavolta il titolo è tutt'altro che ironico, è tutto vero. In barba al minimo sindacale di senso del ridicolo, Mastella sta progettando la creazione di un ateneo nella nativa Ceppaloni: The Ceppaloni University. Naturalmente non si tratta di un corso di laurea casuale, infatti il Clem Clem vuole trasferire nella sua amata cittadina natale la Scuola Superiore di Magistratura che ora ha come sede la città di Catanzaro. Catanzaro? Magistrati? Trasferimenti? Toh, che strana coincidenza!
Scontro sulla scuola delle toghe
"Al Tar Il ricorso di Comune, Provincia e Regione. Il ministro: una scelta razionale, la sede è più raggiungibile.
dal nostro inviato CATANZARO -
«E adesso trasferiteci tutti», lo slogan contro la decisione del ministro Clemente Mastella di chiedere il trasferimento del pm di Catanzaro, Luigi de Magistris, dev' essere stato preso alla lettera dal Guardasigilli. Sembra infatti che da Catanzaro, il ministro, i magistrati voglia trasferirli tutti. Almeno quel migliaio della Scuola superiore di magistratura che in base al decreto degli ex ministri Castelli e Tremonti avrebbero dovuto specializzarsi a Catanzaro. Forse Mastella desidera che questi magistrati stiano vicino a lui, ma così vicino che per decreto (30 novembre 2006) ha deciso che la sede della Scuola venga spostata a Benevento e che nella natìa (del ministro) Ceppaloni, già ribattezzata Ceppaloni University, sorga l' annesso campus «all' americana». I motivi della scelta del ministro sono molto seri. «Una scelta del cuore, per affetto verso Benevento - ha spiegato Mastella -, ma anche una scelta razionale. Benevento è più baricentrica e più raggiungibile di Catanzaro». A Catanzaro l' hanno presa molto male. Perché non hanno capito bene questa storia dell' affetto, visto che Mastella è stato eletto qui, grazie anche alla «mozione degli affetti» lanciata da Romano Prodi in campagna elettorale, che considerava la Calabria, tra le regioni del Sud, «la figlia prediletta». E poi perché contestano la «baricentricità» di Benevento, visto che a venti minuti da Catanzaro c' è l' aeroporto internazionale di Lamezia Terme. Infine, perché la scelta di Mastella è considerata «una furberia». Tanto più dopo l' altro «scippo», quello della Scuola di polizia penitenziaria, dirottata da Catanzaro a Catania. Per inseguire il sogno della Ceppaloni University, Mastella si è messo tutti contro. Dai suoi amici dell' Udeur - che hanno bruciato le tessere e hanno presentato ricorso al Tar del Lazio con Regione, Provincia e Comune - ai parlamentari calabresi, tra i quali Valentino e Pittelli, coinvolti come Mastella nelle inchieste del pm de Magistris, involontario «convitato di pietra». Ma il ministro non si è dato pena. E mentre il Tar è ancora lì a decidere in quale udienza deve decidere (eppure in marzo Pasquale De Lise, presidente del Tar Lazio, aveva assicurato una «rapida decisione»), Mastella ha già stipulato una convenzione con il Comune, la Provincia e l' Università di Benevento per gli immobili da destinare, e da costruire, a campus e Scuola superiore. Quando da Catanzaro gli hanno fatto notare che qui gli immobili li avevano già - quelli della Scuola di polizia penitenziaria «scippata» -, Mastella non ha fatto una piega. Il Tar Lazio continuava a non fissare l' udienza e lui, nella legge sull' Ordinamento giudiziario approvata il 30 luglio scorso, si attribuiva il potere di decidere «per decreto, entro 60 giorni» le sedi della Scuola. Il decreto non è stato ancora emanato. Ma probabilmente sarà questa norma, insieme con «l' attendismo» del Tar Lazio, a far sì che il sogno diventi realtà. Già nel 2008. Ceppaloni University, regia di Clemente Mastella."
Vulpio Carlo
Fonte: Corriere.it
Cliccando qui troverete delle repliche alle affermazioni di Mastella su questa vicenda.
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giovedì 15 novembre 2007
Fette di torta
Che un importante zona della Campania sia diventato un autentico feudo di stampo medievale in possesso della famiglia Mastella lo sappiamo tutti. Magari però spesso non ci rendiamo conto di quanto la famiglia Mastella sia grande. Aaccontentare tutti non è facile. Ma è qui che entra in gioco l'insuperabile fiuto politico-affaristico di Clem. Lui è così bravo da non lasciare nessuno a bocca asciutta, senza neanche un pezzettino di torta. Lui riesce a sistemare moglie, figli e se ci scappa anche il consuocero.
Vi riporto alcuni stralci di questo articolo del Mattino di Napoli:
"Appalti. Forniture. Affidamenti di lavori e di incarichi professionali da parte degli enti di emanazione regionale, da quei consorzi che amministrano le aree di sviluppo industriale e le bonifiche dei grandi fiumi inquinati. (...) È questo il filone d’inchiesta al quale sta lavorando da qualche mese la Procura di Santa Maria Capua Vetere. E che ha portato al sequestro di atti e delibere, presso la sede della giunta regionale, e alla notifica di un invito a comparire al governatore. Antonio Bassolino dovrà essere sentito nei prossimi giorni, probabilmente già domani o venerdì, dal pm Alessandro Cimmino (lo stesso magistrato che ha coordinato le indagini su Brancaccio e quelle che hanno portato, nel giugno scorso, all’arresto dell'ex direttore generale della Provincia di Caserta, Anthony Acconcia, e di due consiglieri provinciali dell’Udeur), per spiegare la ragione per la quale firmò il decreto con il quale modificava la nomina del commissario del consorzio Asi di Benevento. (...)
Tra i lavori finiti nel mirino, un appalto a Cerreto Sannita (la cui documentazione è già stata acquisita dalla Procura presso il Comune) affidato a tre progettisti tra i quali l’ingegnere Carlo Camilleri, consuocero del ministro della Giustizia Clemente Mastella (...)"
Ma quando è che riusciremo ad imporre una drastica dieta a questi pappatori professionisti di torte a ufo???
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mercoledì 14 novembre 2007
Class action? No grazie
Quanti di voi hanno perso dei soldi attraverso investimenti nelle azioni della Parmalat, della Cirio o con i Bond argentini? Quanto se ne è parlato in questi anni? Quante promesse di intervento a sostegno dei risparmiatori colpiti da queste autentiche tragedie finanziarie abbiamo sentito? Interventi legislativi? Risultati? Fino adesso zero. Il mondo politico ci dice che questo è il mercato, intervenire significherebbe distorcerlo. Quindi al singolo cittadino non resta altro che spendere quattrini intentando una singola causa contro una multinazionale del latte con la certezza quasi assoluta di non ottenere niente o al massimo di rivedere dopo decine di anni una minima percentuale di quello che ha perso. Teoricamente sarebbero centinaia di migliaia di singole cause. Tante piccole gocce separate che non producono risultati. La soluzione in realtà esiste. Esiste in tutte le maggiori democrazie occidentali. La soluzione che può trasformare queste piccole gocce in un fiume impetuoso si chiama Class Action. La Class Action doveva essere inserita in finanziaria. È notizia di ieri che la proposta è stata accantonata. Indovinate chi ha dichiarato di essere contrario all'introduzione di tale strumento a difesa dei consumatori e dei risparmiatori, contribuendo alla cancellazione della proposta? Dai, è facile. È la stessa persona che è riuscita ad impedire di stabilire un tetto per il pagamento dei salatissimi emolumenti dei manager pubblici. Allora, avete capito chi è? Conto fino a tre e poi mi date la risposta: 1, 2 e...
P.S. Beppe, che ne dici di rivolgerci insieme allo stesso avvocato? Magari ci fa uno sconticino.
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martedì 13 novembre 2007
Ligio al dovere
Qualche giorno fa, in risposta ad un invito presso un convegno organizzato da Magistratura Indipendente, Mastellator ha declinato la proposta dichiarando di non poter partecipare a causa dei lavori parlamentari al Senato. Beh, in fondo lo capiamo, in questi giorni si vota la finanziaria e tutto il governo rischia di andare a casa. Lo sappiamo bene che quando si tratta di difendere la poltrona il Ceppalonico non si tira mai indietro. E poi sai che palle il convegno! Mica divertente come il Columbus Day...
Eccovi la lettera (le sottolineature sono nostre):
Rivolgo il mio cordiale saluto a tutti i magistrati, e alle numerose altre personalità, che Magistratura Indipendente ha riunito in questo convegno per discutere delle certezze della giustizia. I lavori parlamentari del Senato richiedono inderogabilmente la mia presenza, e perciò mi scuso di non essere tra voi, come invece avrei voluto. La scelta del tema del convegno è altamente meritoria, perchè rivela la consapevolezza di quanto sia urgente nella società italiana la richiesta di certezza e di stabilità, rivolta a coloro che istituzionalmente ne portano la responsabilità: la classe politica in primo luogo, ma accanto ad essa, sebbene chiaramente distinta, anche la magistratura, chiamata ad applicare nella vita quotidiana di tutti i cittadini il diritto che faticosamente si produce in Parlamento. La domanda di certezza alla quale la giustizia deve rispondere è tra le più urgenti ed importanti, perché ha un valore generale e diffuso, riguardando la tutela di tutti i diritti e il rispetto di tutti i doveri. Su questo piano, ci è parsa chiara l’esigenza di un riequilibrio del sistema, che in taluni settori è sbilanciato verso la tutela dei diritti e non sufficientemente rigoroso verso le violazioni dei doveri. In una prospettiva che guarda oltre le contingenze del presente, i disegni di legge noti come “pacchetto sicurezza” intendono comporre un efficiente assetto del sistema di prevenzione e repressione dei reati, adattando le misure di prevenzione alla realtà di organizzazioni criminali sempre più pericolose e radicate in alcuni territori del Paese, prevedendo modificazioni della legge processuale volte ad assicurare la certezza della pena, stabilizzando con l’adesione al trattato di Prum le forme di cooperazione transnazionale anche in materia di immigrazione illegale, e istituendo la banca dati del Dna. Il complesso di questi provvedimenti disegna un insieme organico, progettato per durare nel tempo, che mi auguro possa essere, in un futuro anche lontano, una bella eredità lasciata agli italiani dal Governo di cui faccio parte. Il ruolo della magistratura in questo progetto è ovviamente essenziale, perché non ci sono buone leggi se se esse sono malamente interpretate e applicate, mentre le cattive leggi possono risultare tollerabili dopo la mediazione di un interprete sensibile e attrezzato a confrontarsi con la realtà. Mi riferisco perciò ai singoli magistrati, ma anche all’Ordine Giudiziario e alle sue aggregazioni associative, di cui Magistratura Indipendente è l’espressione di più antica formazione. So bene che proprio in queste essenziali realtà il libero dibattito delle idee genera le convinzioni, i sentimenti, i propositi che caratterizzano la condizione complessiva dei magistrati italiani. A voi, come alle altre componenti dell’Associazione nazionale Magistrati, guardo perciò con la sintonia che deriva dalle mie convinzioni sulla necessità del libero confronto, e con l’interesse che ogni Ministro della Giustizia deve coltivare per la condizione dei magistrati e per l’ordine giudiziario. E’ perciò che mi onoro – pur se ricambiato da atteggiamenti non sempre generosi – di aver condotto in porto, in condizioni parlamentari estremamente disagevoli, una riforma dell’ordinamento giudiziario che ha fatto tesoro di molte delle istanze ragionevolmente avanzate dalla magistratura associata, ed ha evitato gravi lacerazioni ai valori costituzionali, primo fra tutti l’indipendenza che giustamente ritenete così essenziale da averne ricavato il vostro nome. La certezza, della quale oggi discutete, deve naturalmente riguardare anche il comportamento dei magistrati, e segnatamente la garanzia che essi siano soggetti solo alla legge, osservandola in ogni circostanza. La Costituzione e la legge di ordinamento giudiziario assegnano al Ministro della Giustizia un ruolo essenziale in questa materia, riconoscendogli la titolarità dell’azione disciplinare e delle connesse iniziative cautelari. A questa responsabilità, il cui esercizio non può mai produrre consensi, non mi sono sottratto, consapevole dei miei doveri, e tranquillizzato dalla funzione di suprema garanzia dal Consiglio Superiore della Magistratura. Se esigiamo dal magistrato il rigido rispetto delle regole – ivi comprese quelle deontologiche – siamo consapevoli della necessità di garantirgli in concreto l’indipendenza e autonomia che la Costituzione gli riconosce, e sappiamo che la sua condizione economica non è estranea all’attuazione di quelle garanzie costituzionali. L’atteggiamento del Ministro della Giustizia riguardo a questo problema è ben riassunto dalla vicenda che appena ieri ha trovato la propria conclusione in Senato, dove il relatore della legge finanziaria Sen. Legnini ha depositato la proposta di modifica che prevede il ripristino integrale del meccanismo di adeguamento automatico nel 2008 e l'eliminazione della riduzione per il 2009, erroneamente introdotta nel testo originario. Di questo esito, e dell’iniziativa che lo ha determinato, rivendico la paternità, dichiarando al contempo la costante disponibilità del Ministro alla partecipazione al tavolo tecnico-economico già aperto con l’Anm, i cui sviluppi mi auguro positivi. Questo spirito di dialogo sarà sempre il carattere determinante del nostro rapporto con l’Anm e le sue singole componenti, dalle quali ci attendiamo – per converso – un contributo essenziale a realizzare le certezze della giustizia. A tutti voi auguro buon lavoro.
Messaggio del ministro della Giustizia al Convegno “Le certezze della giustizia”, organizzato da Magistratura Indipendente
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lunedì 12 novembre 2007
Banner Mastellatiodio
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Grazie a tutti per i suggerimenti.
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sabato 10 novembre 2007
Faccia di... bronzo
Dopo aver più volte minacciato la caduta del governo in caso di riforma della legge elettorale e dall'alto del suo 1,4% ottenuto alle ultime elezioni, Mastella dichiara:
"Nella nuova legge elettorale ci sia uno sbarramento del 10% sul piano nazionale secondo la formula tedesca (in Germania è del 5%, ndr) e una riduzione della soglia per le realtà locali, secondo la formula spagnola. Lo propone il leader dell'Udeur Clemente Mastella a Caserta per il congresso regionale del partito. «Se si vuole seguire il sistema tedesco, non va bene la soglia del 5% perché i partiti passerebbero solo da venti a quindici, visto che ci sarebbe la possibilità di aggregarsi», ha spiegato il ministro della Giustizia, secondo il quale occorre però una riduzione della soglia per le realtà locali: «Come capita nel sistema elettorale spagnolo in regioni come le Canarie, i Paesi Baschi e la Catalogna, si potrebbe fare così in Italia per realtà come l'Alto Adige, il Mezzogiorno, il Nord».
(Fonte: Corriere.it)
Noi non abbiamo la forza di commentare, e voi?
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IL PRIMO PARTITO DELLA STORIA CHE SUONA COME UN RUTTO: UDEUR !!!
IL PRIMO PARTITO DELLA STORIA CHE SUONA COME UN RUTTO: UDEUR !!!
ATTENZIONE: SOGGETTO PERICOLOSO !
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