mercoledì 4 febbraio 2009

un circo nella nebbia

La vicenda di Eluana Englaro è stupefacente. Non la si può descrivere in altro modo. Al di là delle varie sensibilità che possono venir fuori parlando di testamento biologico, eutanasia e tutti quegli argomenti delicatissimi che coinvolgono le sfere profonde della coscienza, il caso Englaro è quello più emblematico di una società che riesce a trasformare la tragedia di una ragazza e di una famiglia in cronaca grottesca che ha del surreale. Oggi in un giornale radio della rai ascoltavo le ultime novità, non tanto belle per la verità (si stanno trovando nuovi ostacoli burocratici sulla idoneità della clinica...) e sono rimasta basita nel sentire i canti sacri e le preghiere di sottofondo di una veglia permanente che si sta facendo in una chiesa a pochi passi dalla clinica dove è ricoverata Eluana. Contemporaneamente un sacerdote al microfono ha messo in guardia dal pericolo di trasformarci tutti in falsi arbitri della vita e della morte. Questa situazione mi ha fatto sentire come dentro un film di Fellini. Le figure in scorrimento della ragazza in coma e del prete, la messa con le preghiere in sottofondo, diventavano uno scenario surreale e mi si parava mio malgrado davanti agli occhi, il famoso circo tra le nebbie di 8 e mezzo accompagnato dalla celebre musica...
Eppure non sono una tipa dissacrante e non prendo le cose di questa portata con leggerezza...

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